Thursday, 25 November 2010
Tuesday, 6 July 2010
COPA DA MÚSICA no 1209
Sunday, 27 June 2010
P´s Porai
Pamella passava pela ponte, porém pelo passeio percebeu pegadas, putz pé preto. Pensou, parei para pegar perâ, passei pelos pinceis, pisei.
Pincéis pela padaria, pontas pretas pareciam para pintar paredes.
Paralelo, percebeu pintores pintando pássaros pretos pequenos perfeitos preenchendo problemas pela parede.
Parou, pensou, podem pintar pintinhos, pode parecer putaria pois pintinhos pode parecer pinto, porém parada pensou pássaros, pintinhos podem parecer primos próximos.
Permaneceria padrão, personalizado, porque perguntou:
- Pode pintar pintinhos patrão?
- Pode, porém pássaros primeiro, proseguindo podem por pintinhos pretos pequenos para parecer padrão.
Perfeito!
Prosseguiu passeando, parou para pegar Pedro, próxima parada: Pub!
Primeira pint perfeita. Pediram pela próxima.
Pedro parecia preocupado, perguntou:
- Podemos partir?
- Puta pressa, Porque?
Pamella perguntou por problemas, pois parceiros podem pedir por palavras para proteger, porém Pedro parece passar por paradas perfeitas, precisava pegar pão para Padre Paulo. Partiram para padaria.
Pedro pediu pelos paezinhos, Pamella pediu pêra.
Partiram.
Pedro pela passarela, Pamella pela ponte.
Pamella passava pela ponte, porém pelo passeio percebeu pegadas...
Tuesday, 11 May 2010
Monday, 10 May 2010
Il romanzo della metà del Settecento
La narrativa in prosa conosce, negli anni successivi alla Glorious Revolution *, uno sviluppo prodigioso.
Avviene in questo periodo infatti la presa di coscienza della borghesia come classe sociale che, nella prima metà del Settecento, diventa la classe leader. I borghesi arrivano al potere senza un background culturale che era invece gravitato attorno all’aristocrazia e alla corte.
Il romanzo(novel***) diventa portavoce della borghesia. Le potenzialità didattiche e di intrattenimento di questo genere sono prontamente riconosciute da un nuovo pubblico di lettori di estrazione sociale in prevalenza borghese. All’ascesa della classe mercantile e delle industrie manifatturiere si accompagnano la diffusione dell’alfabetismo e l’aumento del tempo libero a disposizione. I lettori che sono rimasti estranei allo stile di corte, si dimostrano ricettivi nei confronti di una letteratura “realista” di facile consumo ma,al tempo stesso, moralmente impegnata. Si passa dal realismo di stampo medioevale ad un’idea di conoscenza, da Descartes fino a Locke, che passa attraverso i sensi. I dati vengono rielaborati ma tutto passa per l’esperienza sensibile(empirismo che porta ad una diversa idea di realismo non più universale ma singolare, individuale).
I romanzi di Henry Fielding e Samuel Richardson, scritti negli anni Quaranta,
costituiscono “un nuovo genere di scrittura”. Più che rifiutare il modello autobiografico stabilito da Defoe, questi autori ne ampliano i confini, sino a creare un nuovo genere che soppianta il precedente.
La tradizione del romance** eroico è ormai tramontata e al suo posto è emerso un nuovo genere di narrativa la cui sfera di competenza viene descritta in questi termini: “ricreare avvenimenti naturali con mezzi semplici e mantenere alto l’interesse senza ricorrere al meraviglioso.
La narrativa degli anni Quaranta è caratterizzata dalla vastità sia degli scopi che si propone sia del pubblico a cui si rivolge. L’accesso dei lettori ad opere spesso costose è favorito dalla creazione di biblioteche itineranti (Edimburgo 1726, Londra 1740), che sono, e saranno per due secoli, indice di successo commerciale e di pubblico, contribuendo in oltre a rendere più omogeneo il gusto nazionale e ad abbattere barriere sociali e geografiche in campo letterario.
*1688, rivoluzione incruenta. Sul trono inglese il protestante Guglielmo D’Orange al posto del cattolico Giacomo II. Riconosciuto il parlamento, prima monarchia parlamentare europea. Una corte non più “libertina”, sovrani moderati, mentalità più borghese che aristocratica.
**tutta la prosa narrativa cavalleresca,fantastica e d’avventura influenzata dal romanzo ’barocco’ francese (che ammette al suo interno anche elementi inverosimili, poco aderenti alla realtà: storie complicate, scambi di persona, elementi magici, spazio/tempo confusi e vaghi, personaggi senza cognomi, paradigmatici, con connotazioni universali.) che si contrappone, per il suo non-realismo, alla tradizione dominante e più ‘rispettabile’ del novel***.
***Romanzo borghese non codificato nelle opere classiche (la critica letteraria nei primi del Settecento si rifà ai canoni aristotelici), era perciò visto come “non all’altezza” degli altri generi.
Questa novità da al romanziere una libertà assoluta nella scelta delle tematiche.
Si distingue per la:
-funzione mimetica.
-funzione didascalica.
-funzione di intrattenimento.
Narrativa che mette in luce storie vere, occasioni di vita che sono l’esperienza quotidiana del lettore, avvicina i personaggi al lettore, ‘everyday individuals’.L’identificazione col personaggio consente il messaggio morale che invece nei romance era impossibile.
Bibliografia:
Andrew Sanders -Storia della Letteratura Inglese- Mondadori Università 2001 a cura di Anna Tanzi
Mario Praz -Storia della Letteratura Inglese- Sansoni Editore 1979
A poca cura di Luca Fredianelli Università di Pisa Nove Maggio Duemila10
Ti parlo di una cosa che mi è venuta in mente, così.
Da piccolo ho speso intere giornate a casa della nonna Ada.
E'forse li che si è formato il carattere rustico, diffidente e curioso, che mi distingue. Fanno parte di me quegli odori,suoni, colori e sapori che ritornano ogni volta che mi ostino a non indossare calzature nei giorni d’estate, pestando terra, erba e sassi, soffermandomi ad immaginare il sapore di una manciata di terra umida.
"Sono questi i ricordi che ho più vivi" -dirò un giorno- "come l'aroma tiepido della buccia dei pomodori caldi dal sole, stivati nelle casse all’ombra nel capannone e l’odore della pianta stessa, del verde gambo dal pelo trasparente e viscoso che una volta reciso ricorda un po’l’aspro dei baccelli.
E poi l’aria che da alla testa, così priva di ossigeno, del mosto che ribolliva negli enormi tini d’ acciaio dal rubinetto gocciolante su quel pavimento di cemento e polvere dove le gocce formavano una macchia di melma violacea e poi il tanfo dell’odore di piscio che ti infestava i polmoni all’aprire l’uscio del gabbione dove i conigli, dagli occhi rossi e dalle mai ferme mandibole, venivano allevati al buio tra strisce di carta di giornale e mangime.
Il recinto del pollaio fatto di vecchie reti da materasso e maglie di filo di ferro tinto di verde corroso dalle stagioni, dove appoggiare le dita e sporcarsi di ruggine che entra nelle narici come polvere quando la si annusa. Il fissare il movimento ondulatorio e perpetuo del collo delle galline e lo sguardo fisso dell’occhio privo del bianco che invece dona espressione ai cani. Il toccare il guscio dell’uovo ancora tiepido e sporco di feci, fatto di quegli stessi sassi ch’io gli tiravo fingendo fosse becchime,.
Il defecare nei campi reso meno imbarazzante dal pulirsi con una foglia di carciofo; già, il carciofo, 'fiore dai petali pungenti', la terra di golena, secca e fangosa e tutte quelle foglie di vite ricoperte dalle gocce azzurre del ramato, il casotto degli attrezzi con i bidoni dell’acqua piovana dai bordi ormai verdi che odoravano di ristagnato, il mio ‘marrone’ e gli stivaletti di gomma che solevo calzare alla rovescia.
Il trattore di ferro verde dalle grandi ruote di gomma nera, ormai logora e sbiadita, schiantata dal gelo e dal sole, l’odore della nafta e dello scarico di quel fumo nero che avvolgeva tutto per ore con il frastuono
del motore, una mitraglia goffa che faceva scappare gli uccelli al margine del campo, nel canneto, aldilà scorreva l’Arno dalle impetuose acque marroni sulle quali vedevo passare le strette e lunghe barche a remi dei canottieri che al tempo geometrico scandito dall’uomo ‘alla rovescia’ si spostavano sul fiume, li seguivo fino a vederli sparire dietro l’argine dell’ansa che sale su fino a Calcinaia dove i pescatori aspettavano pazienti il passaggio delle carpe".
Ma questi sono solo i miei ricordi che resteranno per sempre miei
e questa era solo una storia che dimenticherai.
Luca Fredianelli Inverno 2008
Friday, 30 April 2010
FESTA DA MÚSICA ou a Fête de la Musique – 21 de Junho
Friday, 19 March 2010
Where in the world is Pedro?
Pedro decided to move on in the world, the dull office environment wasn't for him.
Check out Pedro's adventures athttp://whereintheworldispedro.blogspot.com/
Where in the world is Pedro?
Thursday, 11 March 2010
ciclos, a vida gira em torno de. - MazelTov
fazes em que estamos bem.
faze em que estamos entrando numa cilada.
fazes em que caimos numa cilada.
faze em que da cilada não passa.
fazes em que passamos da cilada. e que descobrimos que a cilada ainda estava bom.
ciclos. Tudo está em um congestionamento de ciclos.
o que é isso, eu não sei. Mas conosco é assim, com nossos pais é assim, nossa rua é assim. Nosso país, a importação, o dolar, a bolsa, a mão quebrada.
Não sei onde o ciclo começa, não sei onde ele acaba. Só coagito que ele não acaba quando morremos pois dai, começa um outro ciclo. Para uns o começo de uma vida no céu, para outros o fim, porém pra quem ainda esta vivo começa um outro ciclo.
outro dia eu vi um grafico, e um mano me disse: cara é impressionante, essa figura do grafico aponta a probabilidade de uma possível alta, dai então sem mais nem menos, uma noticia de interpretação positiva é comunicada ao mercado e incrivelmente a outra perna do grafico dispara em sentido de alta.
Ciclos.
Dentro disso ainda me vem a cabeça a velha história de sorte e azar.
Eu sou um cara de sorte, já ganhei viajens, óleo de motor, raspadinha, camiseta, até um skate em festa junina. nasci em uma familia de grana (porém nunca tive dinheiro, que azar...). mas acontece que sempre que eu falo isso, o grafico da minha vida da uma pernada de azar, e por isso que eu sempre joguei com o lado do azar. pois assim, o pouco de sorte que tenho se maximiza. E, eu acabo as vezes revertendo alguns ciclos que já estariam montados.
Porém outro ciclo começa.
adoraria falar mais...
grande abraço marcello, a bolsa fechou em leve alta, porem nada indica que um ciclo altista de médio prazo possa ser quebrado por um ciclo baixista de longo prazo.
fume cigarro, fede, mata e polui.
Monday, 1 March 2010
a brief history of borders
...
"The national border wan't invented until about the 15th or 16th century in Europe and much, much, later in the rest of the world, often after de Second World War and tied to the independence of the colonies", he continues.
...
"So while there might be talk of a 'boradless world' in Europe, African and Asian coutries are having to contend with the ploriferation of borders imposed on their own 'bordless world' just 50 years ago.
[ Geographical Magazine ]
Saturday, 23 January 2010
della "Divina" Commedia di Dante Alighieri.
A cura, poca, di Luca Fredianelli.
A trentacinque anni
mi resi conto di essere in una buia foresta (del male)
avendo (noi tutti/umanità) smarrito la strada del bene.
E’ talmente penoso descrivere tale bosco,
disabitato, intricato e difficile da attraversare
che al solo ripensarci mi torna la paura,
un’ angoscia tale che s’avvicina a quella della morte.
Ma per rendere noto l’aiuto celeste che, per mia fortuna vi incontrai,
intendo descrivere anche lo spettacolo del male che vidi.
Non so bene riferire come vi entrai,
poiché, nel momento in cui abbandonai la via della verità,
la mia anima era piena di torpore indotto dal peccato.
Quando giunsi ai piedi di un colle,
al termine della selva che mi aveva trafitto il cuore di paura,
guardai in alto e vidi i raggi del sole,
che guida ogni uomo sulla retta via,illuminarne i fianchi.
La paura causata dalla notte angosciosa,
perdurata nella cavità del cuore , allora si acquetò.
E come il naufrago che con respiro affannato esce dal mare e giunge alla riva,
si volta verso le acque pericolose e le osserva con terrore,
così io, che nell’intimo fuggivo ancora dal pericolo appena trascorso,
mi voltai a riguardare la vita peccaminosa dalla quale nessuno si è mai salvato.
Dopo che ebbi concesso un po’ di riposo al corpo stanco
ripresi il cammino lungo il pendio
in modo tale che il piede più saldo era il più basso.
Ed ecco che quasi al principio della salita
una snella e veloce lonza/lince dal pelo maculato
mi stava ferma davanti e mi impediva così tanto il cammino
che più volte per tornare sui miei passi mi voltai.
Era l’alba e il sole sorgeva congiunto con la costellazione dell’ariete
come quando Dio impresse agli astri il primo moto della creazione.
L’ora del mattino e la dolcezza della stagione di primavera
mi davano allora motivo di non disperare
per quella belva dal mantello screziato,
ma non di non aver paura però di un leone
che sembrava venirmi incontro
‘con la testa alta e con rabbiosa fame’
e che sembrava facesse tremare l’aria
[oppure sembrava che l’aria ne avesse paura].
Ed una lupa che nella sua magrezza
sembrava carica di ogni bramosia
e che già aveva afflitto tante persone,
mi sconfortò ed affannò a tal punto col suo aspetto,
che persi la speranza di raggiungere la cima del colle.
E così come l’avaro che aduna ricchezze,
quando arriva il momento che gli fa perdere tutto il guadagnato,
piange e si rattrista,
così la bestia irrequieta, avanzando verso di me poco a poco,mi rese,
respingendomi nella selva senza luce.
Mentre precipitavo verso il fondo
mi apparve davanti una figura che , dato il suo lungo silenzio, mi sembrò muta.
Quando lo vidi gli gridai:
Mi rispose:
nacqui all’epoca di Giulio Cesare e vissi a Roma
sotto il regno del valente Ottaviano Augusto,
ai tempi del paganesimo prima della venuta di cristo.
Fui poeta e cantai del figlio di Anchise/Enea
che venne da Troia poiché la rocca di Ilio fu incendiata.
Ma tu perché ritorni a così tanto dolore?
Perche non sali il colle che è principio e causa della vera gioia(beatitudine)?>
che mi ha fatto conoscere tutta la tua opera.
Tu sei il mo maestro ed autorità per eccellenza,
sei colui da cui io presi lo stile più elevato che mi ha fatto onore.
Guarda la lupa che mi ha fatto indietreggiare ed aiutami,
famoso saggio,perché tremo di paura.>
non lascia passare nessuno senza annientarlo,
la sua natura è così malvagia da non renderla mai sazia e,
dopo essersi cibata, ha più fame che prima.
Sono molti i viventi con cui si congiunge,
e saranno ancora di più, finché il segugio
che la farà morire con dolore non verrà.
Costui non si nutrirà di terre/domini o metalli/ricchezze,
ma di sapienza, amore e virtù,
e la sua nascita avverrà fra umili panni/ avrà umili natali.
Sarà la salvezza di quell’Italia orma decaduta,
per la quale morirono di ferite/in battaglia
i guerrieri latini Turno e Camilla e quelli troiani Eurialo e Niso.
Il veltro/segugio darà la caccia alla lupa di città in città,
fino a rimandarla nell’inferno,
da dove l’odio del demonio la sprigionò contro il genere umano.
Quindi io, per il tuo meglio, penso e decido che tu mi segua,
ed io sarò la tua guida e ti condurrò attraverso l’inferno,
dove udirai le urla disperate,
vedrai le anime che scontano le pene fin dalle origini dell’umanità
ognuna delle quali impreca contro[ oppure invoca] la dannazione eterna.
E vedrai gli spiriti del purgatorio, felici di espiare le loro colpe,
perché sperano di andare, quando sarà ora, con le anime beate, nel paradiso;
Nel quale se tu vorrai salire,
avrà il compito (di guidarti) una anima più degna di me,
ti affiderò a lei nel momento in cui mi separerò da te,
infatti, l’imperatore che regna nell’alto dei cieli/Dio,
non permette che io venga nella sua città/paradiso
poiché non fui sottomesso alla sua legge.
Egli domina in tutto l’universo,
ma su nel cielo è la sede del suo regno/là nell’empireo è il suo trono,
felice è colui che egli/Dio sceglie/ elegge (nel paradiso).>
Ed io a lui:
< Poeta, io ti richiedo/ ti prego per quel Dio che non conoscesti,
affinché io superi il traviamento presente
e la sua più grave conseguenza(la dannazione),
che tu mi conduca la dove dicesti
così che io possa vedere la porta del purgatorio
e i dannati dell’inferno che tu descrivi tanto infelici.
Ed allora egli si mise in cammino ed io gli andai dietro.
Note:
Dante afferma nella ‘Monarchia’ che:
L’imperatore "tutto possedendo e più desiderare non possendo"
è superiore ad ogni cupidigia e quindi naturale nemico della lupa.
Questo avvalora dunque l’interpretazione dell’imperatore-veltro.
Comunicazione importante:
E'solo un modo per sforzarmi nell'esercizio della parafrasi,
che svolgo penosamente;
non è attendibile per un'analisi accademica "veritiera" del testo dantesco.