Monday, 10 May 2010
Il romanzo della metà del Settecento
La narrativa in prosa conosce, negli anni successivi alla Glorious Revolution *, uno sviluppo prodigioso.
Avviene in questo periodo infatti la presa di coscienza della borghesia come classe sociale che, nella prima metà del Settecento, diventa la classe leader. I borghesi arrivano al potere senza un background culturale che era invece gravitato attorno all’aristocrazia e alla corte.
Il romanzo(novel***) diventa portavoce della borghesia. Le potenzialità didattiche e di intrattenimento di questo genere sono prontamente riconosciute da un nuovo pubblico di lettori di estrazione sociale in prevalenza borghese. All’ascesa della classe mercantile e delle industrie manifatturiere si accompagnano la diffusione dell’alfabetismo e l’aumento del tempo libero a disposizione. I lettori che sono rimasti estranei allo stile di corte, si dimostrano ricettivi nei confronti di una letteratura “realista” di facile consumo ma,al tempo stesso, moralmente impegnata. Si passa dal realismo di stampo medioevale ad un’idea di conoscenza, da Descartes fino a Locke, che passa attraverso i sensi. I dati vengono rielaborati ma tutto passa per l’esperienza sensibile(empirismo che porta ad una diversa idea di realismo non più universale ma singolare, individuale).
I romanzi di Henry Fielding e Samuel Richardson, scritti negli anni Quaranta,
costituiscono “un nuovo genere di scrittura”. Più che rifiutare il modello autobiografico stabilito da Defoe, questi autori ne ampliano i confini, sino a creare un nuovo genere che soppianta il precedente.
La tradizione del romance** eroico è ormai tramontata e al suo posto è emerso un nuovo genere di narrativa la cui sfera di competenza viene descritta in questi termini: “ricreare avvenimenti naturali con mezzi semplici e mantenere alto l’interesse senza ricorrere al meraviglioso.
La narrativa degli anni Quaranta è caratterizzata dalla vastità sia degli scopi che si propone sia del pubblico a cui si rivolge. L’accesso dei lettori ad opere spesso costose è favorito dalla creazione di biblioteche itineranti (Edimburgo 1726, Londra 1740), che sono, e saranno per due secoli, indice di successo commerciale e di pubblico, contribuendo in oltre a rendere più omogeneo il gusto nazionale e ad abbattere barriere sociali e geografiche in campo letterario.
*1688, rivoluzione incruenta. Sul trono inglese il protestante Guglielmo D’Orange al posto del cattolico Giacomo II. Riconosciuto il parlamento, prima monarchia parlamentare europea. Una corte non più “libertina”, sovrani moderati, mentalità più borghese che aristocratica.
**tutta la prosa narrativa cavalleresca,fantastica e d’avventura influenzata dal romanzo ’barocco’ francese (che ammette al suo interno anche elementi inverosimili, poco aderenti alla realtà: storie complicate, scambi di persona, elementi magici, spazio/tempo confusi e vaghi, personaggi senza cognomi, paradigmatici, con connotazioni universali.) che si contrappone, per il suo non-realismo, alla tradizione dominante e più ‘rispettabile’ del novel***.
***Romanzo borghese non codificato nelle opere classiche (la critica letteraria nei primi del Settecento si rifà ai canoni aristotelici), era perciò visto come “non all’altezza” degli altri generi.
Questa novità da al romanziere una libertà assoluta nella scelta delle tematiche.
Si distingue per la:
-funzione mimetica.
-funzione didascalica.
-funzione di intrattenimento.
Narrativa che mette in luce storie vere, occasioni di vita che sono l’esperienza quotidiana del lettore, avvicina i personaggi al lettore, ‘everyday individuals’.L’identificazione col personaggio consente il messaggio morale che invece nei romance era impossibile.
Bibliografia:
Andrew Sanders -Storia della Letteratura Inglese- Mondadori Università 2001 a cura di Anna Tanzi
Mario Praz -Storia della Letteratura Inglese- Sansoni Editore 1979
A poca cura di Luca Fredianelli Università di Pisa Nove Maggio Duemila10
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